Finalmente arriviamo al sospirato parco nazionale, il più famoso del Sudafrica: dal paradiso terrestre all’arca di Noè, per rimanere in tema biblico. Una varietà di animali incredibile! I villaggi per noi turisti sono circondati da un’imponente muraglia di filo spinato elettrificato, per prevenire eventuali attacchi dei predatori. Nessuno è autorizzato a uscire a piedi, già mi piace! Ecco l’ingresso del parco con la statua del fondatore da cui prende il nome (ha un aspetto un po’ leonino anche lui, no?)
Il nostro alloggio è un po’ lontano dagli altri, sono tre casette disabitate che si affacciano su uno spiazzo appartato, privacy assoluta … se non fosse per la miriade di scimmiette che di fatto abitano il posto e non hanno nessuna intenzione di lasciarci in pace. La vedetta ci accoglie:
Giocano, si spulciano, si fanno i dispetti, proprio una piazza di comari:
Anche in posizione yoga?
Infine a malincuore battono in ritirata sugli alberi, dove continuano il loro baccano tra i rami.
E’ incredibile come animali anche grandissimi, per es. gli elefanti e le giraffe, si mimetizzino così bene nell’ambiente. La vegetazione non è molto fitta e a prima vista sembra che non ci sia nessuno, poi improvvisamente ci si rende conto della presenza di animali e animaletti.
Come questo elefante:
O questo coccodrillo:
Anche gli insetti stercorari, quelli che fanno le palle di sterco e se le portano via: gli spazzini del parco.
Nel parco nazionale la natura ovviamente è protetta, ma la morte ci segue comunque, proprio perché fa parte della natura. Questo ippopotamo per esempio, poverino, sta morendo a causa della siccità e ha trovato troppo tardi una pozza d’acqua per riprendersi. Gli ippopotami, ci spiega la guida, nonostante la loro mole, sono molto delicati, devono stare molto in acqua altrimenti si prosciugano, mangiano solo un tipo di erba in grande quantità e se si allontano troppo per cercarla, poi non riescono più a tornare all’acqua, che in questo periodo scarseggia.
Poi c’è l’inconfessata bramosia dei visitatori di vedere una scena di predazione, del tipo documentario con il leone che insegue la gazzella (‘kill sight’), ma questa volta ce la siamo risparmiata. Troviamo solo i resti del bufalo sbranato (e la puzza insopportabile):
Poi arrivano gli immancabili avvoltoi a completare l’opera:
In poco tempo rimangono solo poche ossa ben ripulite:
Il re della foresta purtroppo ha latitato durante la nostra visita, ne abbiamo visto solo uno in lontananza, sdraiato all’ombra di un cespuglio. Altri visitatori più fortunati di noi ne hanno visti tanti, addirittura un branco che camminava sul bordo della strada. Hanno visto anche i leopardi sugli alberi. Noi invece niente predatori! Solo una iena di notte, sbucata all’improvviso, vicinissima alla nostra jeep, ma non sono riuscita a fotografarla. E poi una genetta, che si è nascosta subito anche lei:
In compenso tutti gli altri animali non si sono fatti attendere troppo:
Questo si è innervosito:
A passeggio in coppia:
Anche il rarissimo rinoceronte:
Gli uccelli meriterebbero un capitolo a parte, ma non vorrei essere ripetitiva, abbiamo fatto migliaia di foto e non posso riportarle tutte qui.
Tralascio anche i fagoceri, i babbuini e altre scimmie e scimmiette, che avevamo visto anche al Mole, in Ghana.
Il safari notturno si conclude all’alba.
Oltre al tramonto, anche l’alba africana non è niente male: